Capindo la late
Capindo la late. Transumanza di uomini e bestie attraverso il tempo sull'Altopiano di Asiago 7 Comuni.
L'allevamento e la caseificazione nelle terre alte sono ambiti di studio poco indagati dalla storiografia pur essendo, quello montano, un elemento imprescindibile dal sostrato geofisico e culturale.
Parlare oggi di questi argomenti significa rivolgere lo sguardo del ricercatore a tematiche in rapido mutamento, anche grazie ai sempre più numerosi fenomeni di ritorno alla montagna che le generazioni più giovani stanno sperimentando. Questo tipo di iniziative giocano un ruolo fondamentale sia all'interno del contesto di ripopolamento dei territori marginali, andando perciò a inserirsi in dinamiche di antropizzazione del paesaggio e di tutela ambientale, sia all'interno del complesso fenomeno della cosiddetta «riscoperta» dei prodotti tipici locali. Tale fenomeno complesso comporta la contaminazione delle tradizioni culturali con le leggi del mercato mondiale dando origine a nuovi tipi di prodotti, o di gestione della filiera degli stessi, che cercano di guardare al futuro pur non tradendo il loro passato.
Il progetto ricostruisce l'intera filiera dell'allevamento montano attraverso uno sguardo doppiamente trasversale. Da un lato si incrociano i punti di vista dei vecchi e dei nuovi malghesi, dall'altro si entra in contatto con le aspettative dei produttori e quelle dei veterinari e dei tecnici dell'Unione Montana che operano nel territorio. La polifonia di voci permette dunque la restituzione di un sistema produttivo altamente complesso entro cui le direttive ingiunte dall'alto incontrano le esperienze e le sensibilità dei singoli chiamati a metterle in pratica nel quotidiano.
Appare dunque interessante notare come, subito dietro l'immagine omogenea del comprensorio di malghe più esteso d'Europa proposta ai turisti, ci sia una forte parcellizzazione di questa stessa immagine. Si rende quindi necessario cessare l'uso del termine malghe, al plurale, e iniziare a declinarlo solo al singolare, dando dunque maggior peso a questa moltitudine di sguardi che, può essere detto, potrebbe diventare ulteriore punto di forza nella presentazione del territorio dell'Altopiano dei 7 Comuni al pubblico. Nella negoziazione continua che intercorre tra malghesi e istituzioni e che permette di mantenere vivo e vitale questo territorio, a differenza di quello che è successo in altre zone alpine prostrate dallo spopolamento, c'è un punto in cui il contatto e il dialogo è minore. Si tratta della percezione del tipo di prodotto che su queste terre viene realizzato e che è considerato dai malghesi come il frutto di un sapere tramandato da generazioni assimilabile in tutto e per tutto all'artigianato mentre, per chi è chiamato a interpretare le normative, si tratta essenzialmente di un prodotto tout court che se anche non può essere assimilato, quantomeno per quantità prodotta, alla produzione industriale guarda ad essa nel tentativo di perseguire una certa standardizzazione.
Le trenta interviste proposte sono state realizzate durante la stagione monticatoria del 2013 raggiungendo i malghesi nelle rispettive malghe e seguendoli durante una loro giornata tipo.